Jogging estivo: come si adatta il corpo all'afa?
Che cosa succede all'organismo quando si esce a correre alle alte temperature estive? Ecco come fanno i professionisti della corsa a sopportarle, e le regole di buon senso per non strafare.

Correre anche quando fa molto caldo non è inusuale: molte gare di corsa si svolgono a temperature medie di 25 °C o più (per esempio in Kenya, in Etiopia e in Giappone). Per le categorie più a rischio, come anziani, bambini o donne in gravidanza, così come per i soggetti non allenati, rimane in generale un'attività sconsigliata. Tuttavia, con il dovuto allenamento e nelle giuste condizioni fisiche, e se si osservano alcuni accorgimenti di buon senso e si impara ad ascoltare il proprio corpo, si può sostenere una corsa anche a temperature superiori.
La nostra temperatura corporea ideale è di 37 °C: quando si corre a 30-35 °C, per evitare di surriscaldarsi, il corpo umano inizia a sudare, favorendo la dispersione di calore (ma anche di liquidi: da qui il rischio di disidratazione). I vasi sanguigni si dilatano per massimizzare l'afflusso di sangue in superficie, ed ecco perché quando siamo sottoposti a sforzo fisico d'estate diventiamo rossi e con le vene ben in vista.
MENO RISORSE. Di conseguenza, però, rimane meno sangue a disposizione per i muscoli e per il cuore. Correre alle alte temperature può favorire crampi muscolari e un senso di spossatezza che con un clima più mite non avvertiremmo. Fortunatamente il corpo umano è capace di adattarsi a temperature diverse, e con l'allenamento si finisce col perdere minori quantità di sali minerali attraverso il sudore e col diminuire le pulsazioni sotto sforzo.
NON IMPROVVISARE. Per tutti, le regole sono evitare le ore centrali del giorno - prediligendo, per esempio, la sera o il mattino presto - mantenere una corretta idratazione, avere un'andatura rilassata, indossare abiti traspiranti e anche avere pazienza: il corpo umano impiega fino a due settimane per adeguarsi a un cambio di temperature.